Contenuto del corso
LA FORMULAZIONE DELLA CALMA
Entriamo nel vivo del Training Autogeno con il primo esercizio
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L’ESERCIZIO DELLA PESANTEZZA
Il primo vero esercizio del Training Autogeno, prevede il rilasciamento muscolare.
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L’ESERCIZIO DEL CALORE
Impariamo a sperimentare la vasodilatazione
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L’ESERCIZIO DEL CUORE
Regolazione del battito cardiaco
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L’ESERCIZIO DEL RESPIRO
Impariamo a contemplare passivamente il ritmo del respiro
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L’ESERCIZIO DEL PLESSO SOLARE
Utile per normalizzare le funzioni degli organi contenuti nell'addome
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L’ESERCIZIO DELLA FRONTE FRESCA
L'ultimo degli esercizi somatici, è un "ponte" verso i vissuti del Training Autogeno Superiore.
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Privato: Training Autogeno di base

Diario di bordo: il protocollo

Dopo ogni esercitazione è utile compilare il Protocollo: un Diario di bordo del percorso di apprendimento.

Si tratta di una breve descrizione della propria esperienza, da fissare alla fine dell’esercizio stesso.

Se, come spesso avviene, ci si addormenta la sera, durante o subito dopo aver completato l’esercizio, il protocollo può essere compilato il giorno successivo.

Il protocollo con il resoconto di delle esercitazioni viene inviato al terapeuta per la valutazione, ogni settimana, oppure ogni giorno.

A che cosa serve il protocollo

Dedicare qualche momento per fissare le esperienze vissute ha diverse funzioni, tutte molto utili.

🌟 Attraverso il protocollo si instaura un dialogo a volte anche molto intenso tra il paziente e il terapeuta, a tutto vantaggio dell’efficacia dell’apprendimento del TA.

Questo è tanto più vero quando si segue un corso online come il nostro, dove la scrittura rappresenta una irrinunciabile forma di dialogo tra terapeuta e paziente.

🌟 Scrivere puntualmente le sensazioni subito dopo averle provate aiuta a fissarle. Con un riassunto a distanza di tempo, si perderebbero informazioni preziose.

🌟 Avere un compito rinforza l’impegno preso verso se stessi al momento in cui si decide di iniziare il percorso di apprendimento del TA.

🌟 Permette al terapeuta di valutare l’andamento dell’apprendimento del discente e di intervenire in tempo se riscontra errori nell’esecuzione.

Ci tengo a sottolineare che eventuali errori non corretti per tempo possono trasformarsi in “cattive abitudini”.

Come in ogni performance, pensiamo ad esempio allo sport, le cattive abitudini possono di interferire pesantemente sulla prestazione. Nel caso del Training Autogeno, possono in alcuni casi, invalidarne i benefici.

🌟 Il terapeuta, visionando il protocollo, può evidenziare il momento giusto per suggerire all’allievo di passare all’esercizio successivo.

🌟 Leggendo il protocollo il terapeuta può accorgersi di eventuali situazioni di disturbo psicologico dell’allievo e intervenire adeguatamente.

🌟 Il terapeuta che dispone di molti protocolli può, in forma anonima, utilizzarli come materiale di studio, di ricerca e di scambio costruttivo con i colleghi, a tutto vantaggio del progredire delle conoscenze sul Training Autogeno.

Per queste ragioni, conviene assoggettarsi di buon grado a questa piccola incombenza, anche se richiede qualche minuto di tempo ogni giorno.

Come si redige il protocollo

    ✍️indica il giorno e l’ora dell’esecuzione
    ✍️specifica l’esercizio o la sequenza di esercizi che hai eseguito
    ✍️descrivi le percezioni fisiche e i vissuti mentali che hai sperimentato

    Esempio di protocollo

    Lunedì, 0re 8:00

    Formulazione della calma: calma e benessere mentale.

    Esercizio della pesantezza: mani e braccia pesanti, sensazione di sprofondare nel letto, torpore.

    Lunedì, ore 14:00,

    Formulazione della calma: irrequietezza, pensieri disturbanti rendono difficile portare a temine l’esercizio.

    Esercizio della pesantezza: mani pesanti, difficoltà a sentire la pesantezza alle gambe.

    Lunedì, ore 22:00,

    Formulazione della calma: profondo benessere,

    Esercizio della pesantezza: tutto il corpo pesante, come “incollato” al letto. Scivolo nel sonno.

    Martedì, ore 8:00,

    Formulazione della calma: sensazione quasi immediata di calma e benessere.

    Esercizio della pesantezza: mani e braccia pesanti, sensazione di sprofondare nel letto, torpore. Calma e benessere mentale.

    Martedì, ore 14:00

    Formulazione della calma: qualche pensiero disturbante, seguito dalla sensazione della calma.

    Esercizio della pesantezza: mani pesanti, difficoltà a sentire la pesantezza alle gambe. Irrequietezza, pensieri disturbanti rendono difficile portare a temine l’esercizio.

    Martedì, ore 22:00,

    Formulazione della calma: immediato senso di pace interiore.

    Esercizio della pesantezza: tutto il corpo pesante, come “incollato” al letto. Profondo benessere, scivolo nel sonno.

    E così via per tutti gli esercizi successivi.

    Il protocollo come diario terapeutico

    Alcune persone utilizzano il protocollo per comunicare con me i propri progressi nell’apprendimento del Training, secondo quanto descritto sopra.

    Alcune altre sentono la necessità di arricchire il protocollo fino a farlo diventare un vero e proprio diario terapeutico.

    Chi lo desidera, può aggiungere contenuti più profondi al suo protocollo, senza una regola precisa.

    Si segue il flusso di coscienza, lasciando scorrere le parole così come vengono, quando, subito dopo aver eseguito l’esercizio di TA, si trova ancora in uno stato di rilassamento e di pace interiore.

    Oppure, si possono narrare ricordi e esperienze del passato, magari tornati in mente durante l’esercizio.

    Sebbene il protocollo nasca come un verbale dell’esperienza del Training, molte persone si trovano a proprio agio esprimendosi in altre forme, ad esempio il disegno: anche questo strumento è utile per conoscersi e farsi conoscere.