Che cosa posso aspettarmi dal Training Autogeno? Come si svolge il percorso di apprendimento? E, soprattutto, sarà adatto per me?

 

Queste sono solo alcune delle domande che mi pongono le persone che mi scrivono o che incontro nel mio studio.

Ho cercato di dare una risposta alle più frequenti.

Leggi anche le Domande sull’esecuzione degli esercizi

 

Per tutte le domande che non si trovano nell’elenco, rispondo volentieri a chi mi scrive: info@patriziabelleri.it

 

1. Che cosa è il Training Autogeno?

 

Il Training Autogeno è una tecnica di autodistensione, ideata tra il 1908 e il 1912  da Iohannes Heinrich Schultz, neurologo e psichiatra, nato nel 1884 a Gottingen, morto a Berlino nel 1970.

L’elaborazione del Training Autogeno prende le mosse dal desiderio, da parte di Schultz, di trovare un’alternativa terapeutica all’ipnosi.

Infatti, Schultz, profondo conoscitore dell’ipnosi, non ne era completamente soddisfatto.

Egli, come anche altri psichiatri del suo tempo, riscontrava in tale metodica alcuni inconvenienti: la passività del paziente, la dipendenza di questi nei confronti del terapeuta, la difficoltà di applicarla su larga scala (il numero di medici in relazione alla richiesta da parte dei pazienti non era certamente così elevato come oggi) e anche il fatto che alcune persone sono refrattarie all’induzione della trance ipnotica.

D’altro canto, Schultz muoveva critiche analoghe anche ad un altro importante approccio psicoterapeutico che prendeva le mosse in quegli anni e che egli ben conosceva: la psicoanalisi.

Cercava dunque un approccio che desse risposte terapeutiche analoghe sia all’ipnosi che alla psicoanalisi, ma che superasse i limiti di entrambe.

Si dedicò pertanto alla ricerca di una tecnica di autoipnosi che potesse essere di facile apprendimento e fruibile da un grande numero di persone. In particolare, egli voleva che tale tecnica, una volta appresa, potesse essere utilizzata in proprio dal paziente senza che fosse più necessaria l’opera del terapeuta.

Elaborò il Training Autogeno, un metodo che con il costante allenamento (training) permette alla maggior parte delle persone che vi si accostano di immergersi in uno stato psichico molto simile all’ipnosi, ma che si genera da sé (autogeno).

Il presupposto fondamentale che sta alla base del TA nasce da un’osservazione del suo autore.

Schultz aveva notato che tutti i pazienti sottoposti ad ipnosi, una volta usciti dalla trance, riferivano di aver provato una benefica deconnessione dall’ambiente. In questo stato di distacco dal mondo esterno, riferivano inoltre di aver provato due precise percezioni fisiologiche: pesantezza e calore.

Schultz intuì che tali sensazioni – che hanno una spiegazione fisiologica nella decontrazione muscolare (pesantezza) e nella vasodilatazione dei vasi periferici (calore) – possono essere provate al di fuori dello stato ipnotico in seguito ad un allenamento sistematico.

Queste stesse sensazioni, poi, quando ben padroneggiate, portano al distacco dall’ambiente, che è il punto di partenza della trance. Si capovolge, dunque, un processo per perseguire fini terapeutici analoghi.

Con l’ipnosi si parte dall’induzione della trance per arrivare a sensazioni psicofisiche, mentre con il TA ci si allena a vivere tali sensazioni per arrivare ad uno stato mentale simile alla trance, lo stato autogeno, appunto.

 

2. Che cosa comporta un percorso di apprendimento di Training Autogeno?

 

Comporta due cicli: il Training Autogeno di Base (o Somatico) e il Training Autogeno Superiore. Nella maggior parte dei casi ci si ferma al solo apprendimento del ciclo inferiore, già di per sé sufficiente per affrontare moltissime problematiche psicofisiche.

 

3. In che  cosa consiste un percorso il Training Autogeno di base?

 

Il Training Autogeno (TA), nel livello di Base o Somatico, è composto da sei esercizi, preceduti dalla Formulazione della Calma:

Formulazione della Calma

Esercizio della Pesantezza

Esercizio del Calore

Esercizio del Cuore

Esercizio del Respiro

Esercizio del Plesso Solare

Esercizio della Fronte

 

4. Come si svolge il percorso?

 

L’allievo – seguito dal terapeuta – impara un esercizio e poi lo esegue regolarmente a casa, ogni giorno. Quando l’esercizio è ben appreso, si passa a quello successivo.

L’allievo prende nota dei vissuti delle sue esercitazioni trascrivendoli in un Protocollo che serve al terapeuta per monitorare l’apprendimento.

 

5. Come si eseguono gli esercizi?

 

Gli esercizi del Training Autogeno consistono nel ripetere mentalmente formule verbali standard, ideate per ciascun esercizio con lo scopo di realizzare stati mentali e vissuti psicosomatici specifici.

Le formule possono essere immaginate dal paziente, oppure recitate mentalmente, a seconda che si tratti di una persona “visiva” o “uditiva”.

 

6. E’ necessario un ambiente particolare per allenarsi?

 

Sì.

E’ necessario potersi allenare in un ambiente tranquillo, senza disturbi esterni, in posizione comoda.

Successivamente, una volta ben appresa la tecnica, la si potrà praticare, in caso di necessità, anche in ambienti non tranquilli.

 

7. In che cosa consiste il Training Autogeno Superiore (TAS)?

 

Il TAS è un vero e proprio metodo psicoterapeutico, che porta alla presa di coscienza di sé e delle proprie problematiche profonde.

Risente di alcune suggestioni dello yoga e di certe forme di meditazione. Per praticarlo è necessaria la presenza del terapeuta.

Questo secondo ciclo è composto da sette esperienze:

 

L’esperienza del Colore personale

L’esperienza del Prisma o dello Spettro

L’esperienza degli Oggetti

L’esperienza dei Concetti Astratti

L’esperienza del Vissuto Personale

L’esperienza delle Persone

L’esperienza del Dialogo con l’Inconscio

 

8. Quando e come ci si può accostare al TAS?

 

Solo dopo essersi allenati per almeno sei mesi con il TA, e solo con l’assistenza di uno  psicoterapeuta specificatamente formato in questo metodo.

 

9. A che cosa serve il Training Autogeno?

 

Serve per rilassarsi, per distendersi, per ristabilire un equilibrio psicosomatico.

Praticando il TA si impara a raggiungere in pochi secondo uno stato di calma: vi si può ricorrere durante la giornata per ridurre il livello di tensione accumulato, “staccandosi” momentaneamente dai problemi contingenti.

Serve anche per vincere le fobie, contrastare gli attacchi di panico, sconfiggere cattive abitudini come il fumo, migliorare la concentrazione e tanto altro.

In pratica, è utile in tutte le situazioni in cui l’ansia ostacola il normale fluire della vita.

 

A livello fisico si ottiene:

 

L’abbassamento dello stato di ansia generalizzata

Il rapido recupero delle energie psico-fisiche (come dopo un breve sonno)

La possibilità di addormentarsi facilmente per chi ha problemi di insonnia

L’autoregolazione di alcune funzioni organiche che di solito sfuggono al controllo della volontà: circolazione del sangue, ritmo cardiaco, temperatura corporea, ecc.

La normalizzazione delle funzioni di tutti gli organi, dalla digestione alla pressione arteriosa, solo per fare qualche esempio

La diminuzione o soppressione delle sensazioni dolorose: ad esempio il TA è utilizzato con successo nel parto

La possibilità di intervenire su tutte le malattie psicosomatiche

 

A livello psicologico si ottiene:

 

Il miglioramento della capacità di autocontrollo emotivo di fronte agli eventi stressanti

Il potenziamento di funzioni mentali, come concentrazione e memoria

Il miglioramento della capacità di introspezione e di autocoscienza

 

A livello comportamentale si ottiene:

 

La possibilità di fissare, durante il cosiddetto stato autogeno, proponimenti relativi a situazioni personali. In altre parole, ciò che si ripete mentalmente a se stessi durante lo stato autogeno, assume la valenza e l’efficacia di un “ordine post ipnotico” che verrà poi eseguito automaticamente al momento opportuno.

La possibilità di intervenire, con l’assistenza dello psicoterapeuta, su problematiche psiconevrotiche e fobiche.

 

10. In quali situazioni non cliniche può essere utile il TA?

 

In tutte le situazioni in cui è necessario ridurre gli effetti dello stress.

Solo per fare tre esempi (ma potrebbero essere molti di più), è utile nello sport, per aumentare la concentrazione e migliorare le prestazioni.

Viene utilizzato abitualmente nella preparazione al parto per ridurre il dolore delle contrazioni: in questo caso si utilizza una forma di Training specifica, il RAT (Training Autogeno Respiratorio).

Molti artisti lo utilizzano per ampliare la consapevolezza e migliorare le capacità creative.

 

11. Chi può apprendere il Training Autogeno?

 

Praticamente tutti. Solo in rari casi non è consigliabile l’apprendimento del TA.

Ad esempio non è possibile insegnarlo quando la persona non è in grado di comprendere le istruzioni, o in casi di psicosi.

Si tratta comunque di valutazioni  che devono essere fatte di volta in volta dal terapeuta.

Si sconsiglia l’apprendimento del TA anche quando non sussistono le condizioni ambientali per allenarsi: mancanza del tempo o del luogo adatto per allenarsi, ad esempio.

 

12. Ci sono persone che lo apprendono meglio di altre?

 

Sì. Per apprendere bene il TA sono necessarie questi condizioni:

Motivazione

Regolarità e costanza negli allenamenti

Disciplina

Inoltre, è di aiuto avere una mente fantasiosa, creativa, sensibile ai colori, alla musica, all’arte.

 

13. Quanto tempo ci vuole per apprenderlo in modo da trarne beneficio?

 

Dai tre ai sei mesi, allenandosi regolarmente ogni giorno.

 

14. E’ possibile apprendere il TA da soli?

 

Non è consigliabile. Con il “Fai da te” si possono creare abitudini sbagliate, poi difficili da cambiare, che potrebbero rendere il TA inefficace.

Inoltre, poiché il TA altera lo stato di coscienza, è sempre bene che un terapeuta esperto segua la situazione e intervenga se emergono vissuti conflittuali che vanno elaborati.

 

15. A chi ci si può rivolgere per imparare a praticare il TA?

 

E’ bene rivolgersi a un terapeuta – psicologo o medico – che abbia seguito una formazione specifica come Operatore di TA.

L’ICSAT (Italian Committee for the Study of Autogenic Training) è una Associazione di studio sul Training Autogeno e un Albo nazionale al quale si iscrivono, tramite esame di idoneità, gli psicoterapeuti, i medici, gli psicologi, formatisi in varie scuole e da vari didatti da essa riconosciuti.

Nell’Albo Nazionale ICSAT si possono trovare i nominativi degli Operatori di Primo Livello (Training Autogeno di Base) e di Secondo Livello (Training Autogeno di Base e Training Autogeno Superiore).