C’è sempre tempo per amare, ma soprattutto per vivere con significato tutte le stagioni della nostra vita, anche quando si è “vecchi abbastanza da scambiarci gli occhiali al ristorante per leggere il menu”.
Vanna Vannuccini, giornalista attenta alla questione femminile – ha fondato negli anni 70 della rivista Effe, la prima testata femminista in Italia – affronta l’argomento con un tocco lieve, sempre attenta a non scivolare in prese di posizione definitive.
Questo libro nasce da un incontro tra vecchie amiche, entrambe giornaliste, in una spiaggia toscana, a chiacchierare del tempo che passa e delle amiche comuni, fino a scoprire che molte di loro stanno vivendo amori appassionati e appaganti esperienze sessuali.
Nasce così l’idea di dar voce a donne diverse per età, cultura e ceto sociale, raccogliendone le testimonianze.
Fanno tutte parte della generazione di donne che per prime hanno studiato e hanno conquistato un posto nel mondo produttivo.
Sono state protagoniste di tante rivoluzioni culturali e sociali, hanno scelto il partner con cui condividere la vita e molte hanno avuto anche il coraggio di por fine a relazioni ormai prove di significato.
Oggi si sono affrancate da una antica abitudine: valutare se stesse attraverso lo sguardo di un uomo.
L’Autrice racconta vicende a lieto fine, o sfociate in cocenti delusioni, e anche contrastate: sì, perché il pregiudizio è duro a morire e spesso i figli, o l’ambiente circostante, giudicano sconveniente l’amore maturo e lo ostacolano.
C’è chi ritrova l’amore dell’adolescenza e scopre una magia: una sorta di “doppia visione”, come la chiama la sessuologa Judith Wallerstein, grazie alla quale si sovrappongono la visione idealizzata dei ragazzi di allora con quella della donna e dell’uomo maturi di oggi.
Accade a Phil e Sally, che si sono amati cinquant’anni fa e oggi si ritrovano, forti dell’amore di allora, temprati dalle vicende della vita: “Ricominciamo da qui, tutti e due abbiamo il nostro passato, questo è un nuovo inizio per entrambi”. E che importa se i figli li prendono benevolmente in giro.
Non mancano le delusioni, come accade a Caterina.
Poco avvezza a padroneggiare il forte impatto emotivo della comunicazione on line, vive una storia d’amore virtuale, fatta di palpitazioni, tormentate attese di e-mail che non arrivano, fino al crollo finale delle illusioni.
E c’è anche chi non riesce a sottrarsi alla potenza del pregiudizio che si fa crudeltà, anche da parte dei figli.
È così per Domenica, contadina della campagna ciociara, che vede sfumare da ragazza il sogno del matrimonio per amore e che, quando questo sogno di profila di nuovo a ottant’anni, viene bruscamente riportata alla realtà dai figli ottusi e insensibili.
Le storie parlano dell’amore tra uomini e donne che hanno saputo guardare oltre il pregiudizio secondo cui le rughe e il corpo che cambia non sono compatibili con la voglia e il diritto di amare ed essere amati.
Si può riscoprire una nuova stagione dell’amore, soprattutto se questa è sostenuta anche da valori forti, quali la stima, la complicità, la curiosità intellettuale. E’ una stagione tanto più bella e struggente poiché si ha la consapevolezza che il tempo che rimane è poco, e va vissuto significativamente.
L’immagine che questi rapporti ci richiamano alla mente è quella del raggio verde – quell’ellisse, quel fascio di luce brillante che compare qualche volta sopra il sole al tramonto – visibile per pochi secondi mentre il sole scende sotto l’orizzonte e cade l’oscurità. Ma forse non è solo l’ultimo raggio del sole che tramonta, hanno detto alcune delle donne intervistate: potrebbe essere il primo di un nuovo sole, che illumini rapporti diversi tra uomo e donna. (pag.16).
Vanna Vannuccini, L’amore a settant’anni, Feltrinelli, 2012