L’ideatore del Training Autogeno è Iohannes Heinrich Schultz, neurologo e psichiatra, nato nel 1884 a Gottingen, e morto a Berlino nel 1970.

Egli lavorò alla elaborazione del TA negli anni tra il 1908 e il 1912 ed è impressionante constatare che il metodo da lui ideato non ha affatto subito i segni del tempo, al contrario, oggi è più attuale ed efficace che mai.

La storia del TA ci aiuta a comprendere anche i suoi presupposti teorici, per questo la accenno brevemente.

Schultz era un profondo conoscitore dell’ipnosi e la utilizzava nella sua pratica clinica, ma non ne era completamente soddisfatto.

Egli, come anche altri psichiatri del suo tempo,  riscontrava in tale metodica alcuni inconvenienti: la passività del paziente, la dipendenza di questi nei confronti del terapeuta, la difficoltà di applicarla su larga scala (il numero di medici in relazione alla richiesta da parte dei pazienti non era certamente così elevato come oggi) e anche il fatto che alcune persone sono refrattarie all’induzione della trance ipnotica. 

D’altro canto, Schultz muoveva critiche analoghe anche ad un altro importante approccio  che prendeva le mosse in quegli anni e che egli ben conosceva, avendo conosciuto personalmente Sigmund Freud: la psicoanalisi.

Schulz – cosa inconsueta per l’epoca –  era anche un buon conoscitore dello yoga, che cita spesso nelle sue opere, tanto che egli stesso chiamò il suo metodo yoga occidentale. Il limite dello yoga era la difficoltà di adattare alla cultura europea del tempo un approccio dalle profonde radici orientali, con basi filosofiche e culturali difficili da integrare in quelle occidentali.

Oggi, con l’ampia diffusione dello yoga nella nostra cultura, questo limite è in gran parte superato.

Cercava dunque un approccio che desse risposte terapeutiche analoghe all’ipnosi, alla psicoanalisi e allo yoga,ma che ne superasse i limiti.

Si dedicò pertanto alla ricerca di una tecnica che fosse di facile apprendimento e fruibile da un grande numero di persone.

Studiò approfonditamente i lavori di un grande esperto di autoipnosi, Oskar Vogt (1893-1900), e quelli di altri Autori che negli Stati Uniti studiavano il fenomeno dell’autoipnosi.

In particolare, egli voleva che tale tecnica, una volta appresa, potesse essere utilizzata in autonomia dal paziente, il quale avrebbe gradualmente fatto a meno dell’opera del terapeuta.

Elaborò  il Training Autogeno, un metodo che con il costante allenamento (training) permette alla maggior parte delle persone che vi si accostano di immergersi in uno stato psichico molto simile all’ipnosi, ma che si genera da sé (autogeno).

Lavorando con tanti pazienti sottoposti all’ipnosi,  Schultz aveva osservato che questi – una volta usciti dalla trance –  riferivano di aver provato una benefica deconnessione dall’ambiente.

In questo stato di distacco dal mondo esterno, riferivano inoltre di aver sperimentato due precise percezioni fisiologiche: pesantezza e calore. Schultz intuì che tali sensazioni – che hanno una spiegazione fisiologica nella decontrazione muscolare (pesantezza) e nella vasodilatazione dei vasi periferici (calore) – possono essere sperimentate al di fuori dello stato ipnotico in seguito ad un allenamento sistematico.

Queste stesse sensazioni, poi, quando ben padroneggiate, portano al distacco dall’ambiente, che è il punto di partenza della trance. 

Si capovolge, dunque, un processo per perseguire fini terapeutici analoghi. Con l’ipnosi si parte dall’induzione della trance per arrivare a sensazioni psicofisiche, mentre con il TA ci si allena a vivere tali sensazioni per arrivare ad uno stato mentale simile alla trance, lo stato autogeno, appunto.

Come si esegue in pratica il Training Autogeno: gli esercizi

 

 

Partendo da queste premesse sono stati elaborati i sei esercizi del Ciclo Inferiore – detto anche Somatico – preceduti dalla Formulazione della Calma:

   Formulazione della Calma

   Esercizio della Pesantezza

   Esercizio del Calore

   Esercizio del Cuore

   Esercizio del Respiro

   Esercizio del Plesso Solare

   Esercizio della Fronte

Gli esercizi  del Training Autogeno consistono nel ripetere mentalmente formule verbali standard, ideate per ciascuno degli esercizi.

Tali formule possono essere immaginate dal paziente, oppure recitate mentalmente, a seconda che si tratti di una persona “visiva” o “uditiva”.

A questo primo Ciclo di Base, segue il cosiddetto Ciclo Superiore. Quest’ultimo è una vera e propria tecnica psicoterapeutica, che porta alla presa di coscienza di sé e delle proprie problematiche profonde.

Si tratta di una tecnica che risente di alcune suggestioni dello yoga e di certe forme di meditazione (questo secondo ciclo richiede la presenza del terapeuta).

Benefici

 

Alla fine del periodo di allenamento, che varia dai tre ai sei mesi, si incominciano ad apprezzare i benefici del Training. Questi sono sia di natura fisica che psicologica e comportamentale. Alcuni tra i più comuni sono:

A livello fisico:

 

La possibilità di raggiungere in pochi secondo uno stato di calma: vi si può ricorrere  durante la giornata per ridurre il livello di tensione accumulato, “staccandosi” momentaneamente dai problemi contingenti

L’abbassamento dello stato di ansia generalizzata Il rapido recupero delle energie psico-fisiche (come dopo un breve sonno).

La possibilità di addormentarsi facilmente per chi ha problemi di insonnia

L’autoregolazione di alcune funzioni organiche che di solito sfuggono al controllo della volontà: circolazione del sangue, ritmo cardiaco, temperatura corporea, ecc.

La normalizzazione delle funzioni di tutti gli organi, dalla digestione alla pressione arteriosa, solo per fare qualche esempio

La diminuzione o soppressione delle sensazioni dolorose: ad esempio il TA è utilizzato con successo nel parto La possibilità di intervenire su tutte le malattie psicosomatiche.

A livello psicologico:

 

Il miglioramento della capacità di autocontrollo emotivo di fronte agli eventi stressanti

Il potenziamento di funzioni mentali, come concentrazione e memoria Il miglioramento della capacità di introspezione e di autocoscienza.

A livello comportamentale:

 

La possibilità di fissare, durante il cosiddetto stato autogeno, proponimenti relativi a situazioni personali. In altre parole, ciò che si ripete mentalmente a se stessi durante lo stato autogeno, assume la valenza e l’efficacia di un “ordine post ipnotico” che verrà poi eseguito automaticamente al momento opportuno.

La possibilità di intervenire, con l’assistenza dello psicoterapeuta, su problematiche psiconevrotiche e fobiche.

Per una dettagliata panoramica delle indicazioni del metodo, delle controindicazioni e delle non indicazioni, vedi: Indicazioni del Training Autogeno: a chi serve e a chi no

 

Evoluzione

 

E’ interessante osservare che molti dei benefici a livello fisico sono stati ipotizzati da Schultz all’inizio del ‘900.

Nei decenni successivi le sue ipotesi sono state convalidate grazie all’introduzione di strumenti diagnostici sempre più sofisticati, tanto che oggi possiamo “monitorare” lo stato autogeno.

L’Elettroencefalogramma, la Pet (Tomografia ad emissione di positroni) ci indicano i mutamenti cerebrali positivi durante l’esecuzione del TA, l’Elettrocardiogramma quelli cardiaci, e così via.

Pertanto, allo stato attuale, si può affermare con il conforto delle prove scientifiche, che, durante lo stato autogeno, si realizzano effettivi mutamenti in tutto l’organismo; tale mutamento riguarda tutti gli organi e apparati e tende alla normalizzazione delle funzioni.

Quanto detto ci fa ben comprendere l’utilità del TA nella medicina psicosomatica.

Un’altra osservazione degna di nota è che il TA è forse la tecnica di rilassamento che più è stata sottoposta a verifiche e sperimentazioni.

Questo anche grazie al fatto che il suo fondatore ha dato vita ad un Comitato internazionale di cultori del TA per promuovere la ricerca e studiare sempre nuove applicazioni (nella sua emanazione italiana ICSAT, Italian Committee for the Study of Autogenic Training).

Ad esso afferiscono operatori del Training, medici e psicologi, che devono affrontare prove severe per potervi accedere.

Chi ne fa parte deve mostrare una presenza attiva all’interno dell’organizzazione, cosicché è stato possibile raccogliere una quantità sterminata di articoli, descrizioni di casi clinici, sperimentazioni riguardo l’applicazione del TA, in una vastissima gamma di situazioni cliniche e non.

Tale comitato è attivo ancora oggi (a più di 30 anni dalla morte di Schultz), e rappresenta una garanzia per l’utente che vuole essere sicuro della preparazione del suo terapeuta.

Curiosità. Il Ta nello sport: la Valanga Azzurra

 

Il TA è stato utilizzato per la prima volta in Italia a livello non clinico con la preparazione psicofisica della squadra italiana di sci, erano gli anni di Thoeni e Gros. Il 7 gennaio 1974 cinque italiani occupano i primi cinque posti del gigante: fu la famosa “valanga azzurra”!

L’ideatore del progetto era il prof. Luigi Peresson, esperto di Training Autogeno, autore di numerosi libri e articoli sull’argomento.

Oggi il TA è assai diffuso nella preparazione atletica di moltissime discipline sportive.