Avere un sogno, realizzarlo e non smettere di sognare: questo spinge l’astronauta italiano Paolo Nespoli a tornare nello spazio a sessant’anni.
L’Agenzia Spaziale Italiana ASI e l’Agenzia Spaziale Europea ESA hanno annunciato che il 29 maggio del 2017 Paolo Nespoli partirà per una missione di sei mesi sulla Stazione Internazionale ISS. Nespoli, alla sua terza esperienza, a quella data avrà sessant’anni e sarà il più anziano astronauta a rimanere così a lungo nello spazio.
Mi sono chiesta che cosa spinga un uomo della sua età, che dalla vita ha avuto molto e ha centrato gli obiettivi che si era posto, ad accettare un incarico così gravoso sul piano fisico e psicologico. Incuriosita ho cercato la risposta nel suo libro.
Paolo Nespoli da ragazzo aveva un sogno: diventare astronauta. Poi la vita lo ha portato altrove e il sogno è rimasto a lungo nel cassetto.
A 27 anni ha una carriera militare ben definita: fa parte delle Forze Speciali come incursore paracadutista presso il 9° Reggimento Col Moschin e si trova in Libano nella Forza Multinazionale di Pace.
Un giorno riceve l’incarico di accompagnare Oriana Fallaci ovunque lei voglia andare nelle zone di guerra, e di vigilare affinché non le accada nulla.
Terminata per entrambi l’avventura libanese, sulla via del ritorno, la Fallaci gli chiede: “Ma tu, cosa vuoi fare da grande?”. A lui viene in mente il regalo di Caterina, la sua fidanzatina dell’adolescenza: il libro della Fallaci Se il sole muore, che aveva contribuito a far nascere il sogno di volare nello spazio. Dopo averci pensato un po’, risponde “l’astronauta”, aggiungendo subito di essere ormai troppo anziano, senza laurea e privo della conoscenza dell’inglese. Implacabile la risposta della scrittrice: “E perché no? Sei giovane e capace e se questo è il tuo sogno devi crederci e darti da fare”.
23 anni più tardi Nespoli parte per la missione con lo Shuttle, in seguito trascorre sei mesi sull’ISS, nel 2010. Nel mezzo, anni di fatica e di duro lavoro, sempre con la convinzione che i sogni si possano realizzare.
Nel libro di Nespoli ho trovato la risposta che cercavo – e che speravo di trovare: è per la realizzazione dei nostri sogni che vale la pena di lottare, faticare, senza arrendersi mai.
Che caratteristiche deve avere un sogno per essere realizzabile? Secondo Nespoli, deve essere un sogno realistico: “impossibile ma non troppo”, “lontano ma non irraggiungibile”, “da incosciente ma non da dissennato”.
E poi, il sogno deve essere coerente con i nostri valori profondi, deve dare significato agli sforzi profusi per realizzarlo e alla nostra vita stessa.
Nespoli si sorprende quando va nelle scuole a parlare della propria esperienza e ragazzi di 12-13 anni gli domandano quanto guadagna, per decidere se da grandi vorranno o meno fare gli astronauti. Il messaggio che cerca di trasmettere ai giovani è che l’impegno che metteranno per portare avanti le loro scelte darà buoni frutti se sostenuto da significati più alti e profondi del semplice desiderio di diventare “ricchi e famosi”.
L’obiettivo di Nespoli è
“spronare a sognare, a sognare cose impossibili, e poi svegliarsi e impegnarsi a realizzarle, perché se riesci ad andare in un posto con la mente, probabilmente ci potrai arrivare anche con il corpo. Tutti, se ci credono, possono accedere al proprio sogno, ma occorrono perseveranza, sacrificio, impegno e soprattutto passione. Alla fine è meglio essere preparati per qualcosa che non succederà mai piuttosto che lasciarsi sfuggire un’opportunità perché non si era pronti.”
Paolo Nespoli, Dall’alto i problemi sembrano più piccoli. Lezioni di vita imparate dallo spazio, Mondadori 2012