Vito Sgrò è uno come tanti di noi, privilegiato per essere nato dalla parte “giusta” del mondo.

Lui non lo dà per scontato e da trent’anni vive diviso tra due mondi: a Roma è medico di famiglia e pediatra, amato e stimato da tante persone, in Africa è il doctor Vitto che cura i bambini afflitti dalla povertà, la fame e la guerra.

Quando è in Africa Vito scrive. La sera e nelle notti insonni, rivive la sua giornata, racconta le storie dei suoi piccoli pazienti, rivela i suoi stati d’animo.

I suoi scritti, consegnati a Whatsapp, raggiungono gli amici in Italia, così lui si sente meno solo e noi meno indifferenti.

E’ nato così il suo primo libro, Afrika is Afrika, che nel 2016 ha svelato la sua vocazione letteraria.

Come un pugno nello stomaco è la prosecuzione del dialogo a distanza tra Vito e i suoi amici che lo seguono da lontano nelle sue missioni con il CUAMM – Medici con l’Africa.

Questa nuova opera raccoglie la testimonianza di due anni di lavoro in due diversi Paesi africani: nel 2017 in Tanzania “lussureggiante, colorata, morbida, pacifica, accogliente” e nel 2018 in Sud Sudan “poverissimo, torrido, inospitale a tratti ostile, come un pugno nello stomaco, con una popolazione indurita da anni di guerre, carestie, privazioni d’ogni tipo.”

Sparsi nel testo, ci sono scritti che si riferiscono a luoghi e anni precedenti – “ricicli” li chiama Vito – che ben si integrano nel tessuto dell’opera.

Le pagine narrano di dolore, di fatica, di frustrazione, di nostalgia per gli affetti lontani, a volte persino di leggerezza, nonostante tutto.

Parlano di morte e di speranza.

Parlano di morte, con parole nuove, così diverse dal nostro comune sentire:

L’Afrika, per quanto cruda, essenziale, al limite della ferocia possa sembrare, non toglie proprio nulla, sa solo donare meraviglie uniche: colori forti, sapori inimitabili, odori inebrianti, distese immense, nature mozzafiato, atmosfere magiche, cieli stellati, musiche accattivanti, danze sensuali, canti commoventi, sorrisi ammalianti, contrasti incolmabili e…potrei andare avanti così, all’infinito. Ma tra i suoi doni ve ne è anche uno molto particolare, la Morte che, anch’essa, è vita o meglio ne è la naturale conclusione. Siamo noi occidentali che la temiamo e la attendiamo come una arcigna nemica pronta, malvagiamente, a colpirci. Ma l’Afrika lo sa bene che così non è, e bene lo sanno anche i suoi figli che questa verità la posseggono dall’eternità marcata a fuoco sulla propria carne. La rispettano e non la demonizzano come noi moderni padroni del sapere sempre facciamo. Non la amano ma la conoscono bene, eccome se la conoscono, profondamente. Con una saggezza antica che noi ingrati figli di questa terra abbiamo da tempo perduto, la accettano viceversa, come tappa ineluttabile del mistero straordinario che impregna la nostra inquieta esistenza.

Parlano di speranza.

La speranza di un ragazzo di sessant’anni che sente  l’urgenza di lasciare la sua vita comoda e realizzata per andare incontro a malattie e fatica, ancora, anno dopo anno.

La speranza di tanti giovani, che nel libro prendono la parola per raccontare le loro storie. Giovanissimi figli della nostra epoca e della nostra cultura, che lavorano a contatto con il dolore e lo fanno con il sorriso. Loro sono la nostra speranza.

Ancora una volta: grazie Vito.

Quando le immagini del dolore scorrono sugli schermi dei nostri televisori, troppo spesso andiamo oltre, distrattamente, forse per una inconscia difesa che ci rende assuefatti e insensibili.

Ma quando a raccontarci il dolore sei tu, il nostro amico, tu che lo vivi in prima persona, allora no: non possiamo voltarci, ci fermiamo a leggere e a pensare.

Vito Sgrò, Come un pugno nello stomaco. Diario tragicomico del doctor Vitto, medico con l’Africa, Herald Editore, 2018.

 

Nota

 

I diritti che spettano all’Autore saranno devoluti a due associazioni no profit.

Una ragione di più per acquistare questo bel libro.